giovedì 7 settembre 2023

Carlone il pesciolino tenore

 



In fondo alla vallata del Regno antico, c’era un bosco incantato ricco di vegetazione, con prati colorati e pieni di fiori rari e profumati.


Intorno al bosco c’era uno splendido torrente, con acqua limpida trasparente, tale da riuscire a vedere il fondo del ruscello, che ha una particolarità, in quanto abitato solo da pesci gatto secolari.


In questo ruscello nacque un pesce gatto albino, con tre puntini blu sul corpo, senza baffi e con un ciuffetto sulla testa.


I genitori, preoccupati, fecero chiamare subito il saggio del ruscello, Mister Granchio Rosso, che quando lo vide disse agli abitanti del bosco che la nascita, nel ruscello, di questo pesciolino era un presagio di positività ed un simbolo di buona fortuna per il bosco intero.


I genitori chiamarono, il piccolo pesciolino porta fortuna, Carlone.


Il piccolo Carlone si annoiava perché nel torrente era l’unico piccolo in mezzo a tanti pesciolini più grandi e, non sapendo cosa fare, andava avanti e indietro per il ruscello, guardando cosa accadeva sulla riva.


Una mattina vide sulla riva del ruscello alcuni fogli dimenticati sicuramente da qualcuno; si avvicinò ai fogli e pian piano li mise in una busta e se li portò a casa, felice e contento di quello che aveva trovato.


Pensò poi di andare dal saggio Mister Granchio Rosso, chiedendo se sapeva di cosa si trattasse, ed il vecchio saggio disse che erano spartiti musicali di un musicista che probabilmente stava facendo delle prove e che li aveva dimenticati in riva al ruscello.


Il pesciolino Carlone chiese al saggio come poteva leggerli, in quanto non ne capiva nulla di quanto era scritto; il saggio gli rispose di non preoccuparsi e che si trattava di uno spartito di note musicali.


Mister Granchio Rosso sapeva leggere gli spartiti musicali in quanto era appassionato di musica e per tanti anni aveva anche insegnato ad altre creature del bosco a cantare, ma mai ad un abitante del ruscello e si offrì di insegnare al piccolo Carlone a leggere quello spartito ed a cantare l’opera lirica in essa contenuta.


Ogni mattina Carlone andava dal vecchio saggio per imparare a riconoscere le note musicali ed a cantare la lirica. Il pesciolino Carlone cantava per ore e ore soprattutto l’opera lirica che amava tantissimo, “il Barbiere di Siviglia”.


Gli abitanti del bosco iniziarono ad infastidirsi della cosa, perché Carlone cantava ininterrottamente giorno e notte, senza mai fermarsi; non c’è la facevano più a sentirlo, in quanto non dormivano più e continuavano a cantare a squarciagola “il Barbiere di Siviglia”.


Non sapendo più cosa fare, gli abitanti del bosco andarono da Re Orso, il Capo del bosco, per chiedere di fare qualcosa affinché il pesciolino smettesse di cantare, almeno di notte.


Re Orso, in cuor suo, amava la musica lirica ed era contento di sentire Carlone cantante perché gli metteva allegria, tuttavia doveva anche accontentare le creature del bosco perché facevano affidamento su di lui, allora disse: “Presto prenderò una decisione e vi farò sapere!”.


Il giorno dopo, Re Orso, preparò il carretto per andare in città per fare gli approvvigionamenti per le creature del Bosco. Arrivato in città vide tantissima gente chi sei affollava davanti al teatro.


Scese dal carretto e vide un grande manifesto affisso sul portone del teatro, la quella stessa sera ci sarebbe stato un concorso canoro di musica lirica per i dilettanti.


Re Orso decise di iscrivere Carlone poiché se avessi vinto il primo premio avrebbe ottenuto un contratto di lavoro favoloso e si sarebbe   potuto esibire nei migliori teatri del reame.


Tornando al bosco diede la notizia a Carlone che mise il suo papillon più elegante si fece portare in città per partecipare all’audizione e poter cantare la sua opera preferita” il barbiere di Siviglia”.


Fu ultimo ad esibirsi ma ebbe un tale successo che gli fu assegnato subito il primo premio, fu scritturato da una società famosa ed ora canta felice nei più grandi teatri reali e finalmente il bosco ritrovò la serenità.

 








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