mercoledì 20 settembre 2023

Ferdinand e la sirena Melody - Terza ed ultima parte – l’epilogo


Ferdinand e la sirena Melody

 

Terza ed ultima parte – l’epilogo






Il marinaio Ferdinand non seppe mai che doveva la sua vita e la sua fortuna alla giovane Sirena Malody e che accadde quanto segue…

 

… la baia delle Sirene è un luogo protetto da una scura e fredda foschia, attraversata da forti lampi e tuoni, che riuscivano a capovolgere le imbarcazioni che si avvicinavano troppo all’isola.


Una giovane Sirena di nome Melody stava tranquillamente nuotando nella baia, quando vide il marinaio in grande pericolo e in balia delle onde, così la Sirena si addentrò nelle acque agitate che circondavano l’isola.


Anche se Melody cercava di dare aiuto a Ferdinand, comprese che lui non avrebbe capito le sue buone intenzioni, infatti il marinaio era spaventato dalla tempesta e dal colore degli occhi della Sirena.

 

Nonostante Melody avesse bellissimi occhi di color zaffiro, nel buio della notte assumevano una tonalità rosso fuoco che fecero spaventare ulteriormente il marinaio, al quale vide prendere anche un coltello che avrebbe certamente usato contro di lei per allontanarla.

 

Solo quando Ferdinand perse i sensi e stava per essere trasportato negli abissi, Melody riuscì ad afferrarlo ed a portarlo faticosamente in salvo sulla spiaggia dell’isola.

Durante la notte la giovane Sirena aveva chiesto aiuto a suo fratello Colledod per far riparare la barca del marinaio.

Colledod in una sola notte recuperò in mare gran parte dei pezzi della piccola barca di Ferdinand, riuscendo a ripararla, per poi attraccarla al largo dell’isola pronta per riprendere il viaggio.


Stanca Melody ritornò nella sua baia per riposare.


Appena sveglia la giovane Sirena corse sulla spiaggia per vedere come stava il marinaio.


Lo vide in lontananza che stava andando verso la vegetazione, dove la Sirena aveva preparato per il marinaio una cesta di frutta ed un otre di acqua, posizionandoli vicino alla Grande quercia.





Lo seguì silenziosamente e notò che era molto attratto dai fiori, che contenevano piccole gemme preziose e che il marinaio guardava con curiosità.


Melody sapeva che il marinaio non le avrebbe permesso di aiutarlo, dato che probabilmente aveva paura di lei, così nell’acqua aveva messo del sonnifero, in questo modo il marinaio si sarebbe rifocillato e poi addormentato, permettendole di trasportarlo sulla sua barca una volta riparata dal fratello Colledod.


Come previsto, dopo che Ferdinand ebbe mangiato e bevuto a sazietà, si addormentò e fu in quel momento che Melody lo prese, riportandolo sulla sua barca con altro cibo ed acqua fresca.

 

Dopo Melody spinse la barca fuori dalla foschia che circonda baia delle Sirene, portando il marinaio in acque tranquille del mare.

 

Quando Ferdinand si svegliò, si ritrovò misteriosamente sulla sua barca intatta con altro cibo ed acqua, scoprendo con meraviglia che oltre alla frutta fresca c’erano dei fiori con all’interno gemme preziose che avrebbe fatto la fortuna del marinaio.     

 

Fine

 















Ferdinand e la sirena Melody - Parte Seconda

 

Ferdinand e la sirena Melody

 

Parte Seconda



Ferdinand si svegliò all’alba su una splendida spiaggia, la sabbia era sottile e bianca, aveva un forte mal di testa. Ma dove si trovava, il cielo era tornato sereno e al largo si vedeva la sua barca in perfette condizioni, forse si era trattato solo di un brutto incubo ma la ferita alla testa era vera.


Stordito Ferdinand cercò di alzarsi e capire dove si trovava, come era arrivato su quella spiaggia e dove era finita quella creatura con gli occhi rossi???


Incubo o realtà era ancora vivo e non si perse d’animo decise di capire dove era approdato e poi aveva necessità di fare provviste per continuare il suo viaggio. La spiaggia era immensa ma in lontananza si vedeva della vegetazione.


Camminò per circa un’ora prima di riuscire a raggiungere la vegetazione.


Una vegetazione strana, molto fitta con alberi secolari e strani frutti ma soprattutto all’interno dei fiori si vedevano piccole gemme preziose.


Ferdinand pensò che tutto ciò che aveva intorno era solo un sogno ad occhi aperti.


Vicino ad una quercia nei pressi di una baia, Ferdinand vide un cestino pieno di frutta fresca e un otre di acqua fresca.


Ferdinand era affamato e assetato, si avventò sul cestino e mangiò tutta la frutta e bevve tutta l’otre di acqua.


Di colpo si sentì stordito e assonnato e mentre si stava addormentando vide una giovane donna che nuotava nella baia, ma gli sembrò anche di vedere nell’acqua la pinna azzurra ricoperta di perle.


A parte quella giovane donna che stava nuotando nella baia e che lo fissava, Ferdinand non vide nessun altro, tuttavia pensò che probabilmente qualcun altro viveva su quell’isola in quanto aveva trovato il cestino e l’acqua e quindi qualcuno doveva averlo aiutato.


Poi il marinaio Ferdinand si addormentò.


Dopo alcune ore Ferdinand si risvegliò in alto mare sulla sua barca, con la vela aperta e la sua sacca piena di frutta fresca e un otre di acqua fresca. Vicino a lui c’erano dei fiori freschi appena recisi, all’interno dei fiori si vedevano benissimo delle gemme preziose.


Ferdinand tolse tutte le gemme preziose dai fiori.


Aveva fatto un sacchetto con rubini, smeraldi, diamanti ed altre pietre preziose.


Finalmente con quel tesoro poteva ritornare a casa.


La sua vita e quella della sua famiglia sarebbe migliorata, ma alcune domande restavano senza risposta.


Ad esempio, come era finito sulla riva di una spiaggia disabitata e chi lo aveva rimesso sulla sua barca donandogli tutte quelle gemme preziose, ma soprattutto si chiedeva se quella giovane donna che nuotava nella baia fosse stata reale oppure se si fosse trattato di una visione.


Per ora Ferdinand voleva solo ritornare a casa, poi forse in futuro avrebbe ritentato l’impresa per trovare risposte alle sue domande.

 

Ma Ferdinand non seppe mai che cosa fosse realmente accaduto, mistero che verrà svelato nella terza ed ultima parte di questa storia.

 

 

…. Fine prima seconda



Ferdinand e la sirena Melody - Parte prima

 

Ferdinand e la sirena Melody

 

Parte prima



Ferdinand era un giovane marinaio, ultimo di una numerosa famiglia di pescatori e viveva su una piccola isola dei mari del sud.


Trascorreva tutte le notti sul peschereccio del padre.


Lavorava dal tramonto all’alba, sperando di riempire le reti con grande quantità di pesce ma, era da molto tempo che la pesca non era sufficiente a soddisfare le necessità della sua famiglia.


Ferdinand era stanco di questa situazione e decise di costruirsi una barca per andar in cerca di fortuna e per aiutare la sua famiglia.


Costruì la barca con materiale trovato in vecchie cascine di legno abbandonate da anni.


Per fare delle corde usò un materiale molto simile a quello utilizzato per preparare le reti da pesca.


I genitori erano contrari alla partenza del giovane, in mare da solo su una piccola barca. Ma visto la sua insistenza accettarono che partisse.


Era un viaggio pieno di incognite, in solitaria, ma la barca sembrava molto resistente. La vela era stata fatta con una vecchia tenda della madre che ormai non utilizzava da molto tempo.


Aveva una sacca con cibo per almeno 3 giorni. C’erano molte isolette a 2 giorni di viaggio e lì avrebbe potuto fare rifornimento di cibo e acqua.


Qualche giorno prima mentre era in osteria con i suoi amici aveva sentito un vecchio marinaio parlare di un tesoro nascosto su un’isola ricca di vegetazione e di frutti esotici.


Un’isola vicino alla Baia delle sirene.


Favola o leggenda Ferdinand aveva deciso di intraprendere il viaggio per scoprire questa isola, e portar via dall’isola il tesoro.


Il primo giorno di navigazione trascorse tranquillo, il mare era calmo. Il sole aveva lasciato il posto alla luna. Il cielo era stellato.


Ferdinand iniziò a guardare le stelle e dopo aver mangiato, colto dalla stanchezza si addormentò lasciandosi trascinare dalle calme onde del mare.


Quando Ferdinand si svegliò era già mattina, il sole era molto caldo, la giornata era afosa, era una giornata strana diversa da quella del giorno prima. All’orizzonte si vedeva una strana foschia, gli sembrava anche che qualche strana creatura nuotasse sotto la sua barca, forse era solo una sua immaginazione dovuta al forte Sole di quella giornata.


Era quasi mezzogiorno e il cielo aveva iniziato a scurirsi, la foschia si avvicinava sempre di più alla sua barca, le onde iniziarono a crescere e iniziò a soffiare un vento gelido e pungente.


Ferdinand iniziò a togliere la vela per paura che il vento la strappasse, la barca iniziava ad ondeggiare pericolosamente e continuava ad avere sempre quella sensazione che qualche creatura nuotasse sotto la sua barca e che ogni tanto cercasse di colpirla per farla capovolgere. Le onde diventarono più alte, iniziò a piovere e poi a grandinare, la barca iniziò ad oscillare pericolosamente, la sacca con le provviste finì in acqua.


In pochi istanti la sacca con le provviste finì in mare, la vela si spezzò. La barca iniziò a capovolgersi pericolosamente.


Ferdinand ormai non riusciva più a governare la barca e impaurito si legò saldamente al timone utilizzando delle corde. Nonostante il buio sceso intorno a lui, la grandine e la foschia Ferdinand vide degli occhi rossi che lo fissavano. Spaventato da quell’essere che si stava avvicinando e per difendersi tirò fuori il coltello, ma una forte onda fece oscillare la barca e Ferdinand perse il coltello in mare.


Il forte vento lo faceva ruotate da una parte all’altra, alla fine un pezzo di legno colpì alla testa Ferdinand che svenne, le corde utilizzate per legarsi al pezzo di legno si sciolsero.


Ferdinand ormai svenuto iniziò a affondare nelle fredde, gelide oscure acque del mare…


 

…. Fine prima parte

 



domenica 10 settembre 2023

Mister Cognac il pittore stravagante e l’elfo esploratore di pianeti Fransua

 


 

Mister Cognac è un pittore stravagante che vive hai confini del bosco incantato.

 

La sua casa e a forma di cono gelato formato da 2 piani e da un enorme mansarda.

 

Il suo ampio studio di pittura e nella mansarda di casa sua.

 

Un luogo tutto illuminato pieno di finestre, con una veduta immensa; Mister Cognac aveva iniziato a dipingere sin da quanto era fanciullo.

 

Dipingeva all’inizio utilizzando pastelli e matite colorate dopodiché passato gli anni aveva iniziato ad utilizzare colori molto particolari creati da lui stesso.

 

Amava dipingere comodamente seduto solo nel suo studio.

 

Iniziando da piccolo e non avendo mai voluto esporre o vendere un quadro Mister Cognac non sapeva più dove poter conservare le sue opere.

 

Una mattina parlando con il suo caro amico e vicino di casa l’esploratore dei pianeti l’elfo Fransua, Mister Cognac gli chiese che cosa avrebbe potuto fare per collocare tutti i suoi quadri in un posto sicuro e dove anche gli abitanti del bosco ne potessero ammirare la bellezza.

 

L’elfo Fransua gli consigliò di fare una grande mostra di pittura e riuscire a venderne qualcuno e poiché l’indomani sarebbe partito con la sua navetta spaziale per raccogliere alcuni frammenti di rocce del pianeta vicino STAR 1 ne poteva portarne qualcuno per conservarlo nel suo laboratorio spaziale.

 

L’elfo Fransua disse a Mister Cognac di lasciare nel suo giardino i quadri che voleva far portare su STAR 1 e di fare una mostra pubblica con i restanti quadri.

 

Mister Cognac fu contento dell’idea dell’amico.

 

Tornò nello studio iniziò a portare i quadri nel giardino di Fransua.

 

Lavorò tutta la notte per portar fuori i quadri e verso mezzanotte stanco per aver lavorato tutto il giorno si addormentò profondamente, senza rendersi conto che aveva portato nel giardino di Fransua tutti i quadri che aveva in casa, dimenticandosi di tenere da parte quelli che avrebbe voluto portare alla mostra pubblica.

 

Ora Mister Cognac in casa e in mansarda non aveva più un dipinto.

 

All’alba l’elfo Fransua si preparò per il viaggio interplanetario, poi prima di partire andò nel suo giardino e iniziò a caricare tutti i quadri sulla navetta spaziale.

 

Il sole era alto da qualche ora e Mister Cognac finalmente si svegliò.

 

Al suo risveglio non vide più nessun quadro in casa, corse in mansarda, ma anche la mansarda era priva di quadri.

 

Pensò di essere stato derubato durante la notte e corse per informare il suo amico del furto subìto; bussò alla porta di Fransua, ma nessuno rispose, poi si ricordò che quel giorno il suo amico sarebbe partito per andare nel suo laboratorio spaziale.

 

Poi corse nel giardino di Fransua e vide che anche lì non c’era nessun quadro.

 

Mister Cognac si rese conto dell’errore che aveva fatto, aveva messo tutti i suoi quadri nel giardino del suo amico.

 

Intanto l’esploratore Fransua aveva raggiunto il suo laboratorio spaziale; si rese conto che i quadri erano troppi da appendere sulle pareti del laboratorio spaziale e prese una decisione.

 

Poiché la superficie di STAR 1 era molto estesa iniziò ad appenderci sopra tutti i quadri.

 

Fransua sapeva che tale superficie di notte è visibile agli abitanti del bosco incantato, infatti appena arrivò il tramonto in cielo furono visibili tutte le opere di Mister Cognac.

 

Una infinità di opere che lasciarono tutti gli abitanti del bosco stupiti per la loro bellezza.

 

Ancora oggi, anche se da quella volta sono passati moltissimi anni, dal tramonto all’alba guardando il cielo puoi ammirare le opere di Mister Cognac, che rallegrano le notti di tutti gli abitanti.

 

Da quel giorno Mister Cognac divenne una celebrità e la sua fama arrivò perfino al continente del Nord, abitata dai Giganti e parzialmente ancora inesplorata, in cui vivono anche strane creature di cui parleremo in uno dei nostri prossimi racconti.

 

 












venerdì 8 settembre 2023

SERAPHINE LA GIOVANE TESSITRICE - la storia della tarantolina magica!

 


SERAPHINE LA GIOVANE TESSITRICE



In fondo al bosco incantato ricco di vegetazione, vicino allo splendido torrente, viveva sola in una piccola casetta, l’anziana tessitrice Dorina. Avena ormai 90 anni, tuttavia essendo una persona piena di vitalità, anche se aveva figli e nipoti preferiva vivere in modo indipendente e viveva sola nella sua casetta.

 

Una casetta fatta di solidi mattoncini rossi, una porta d’ingresso in legno di quercia color nocciola. Entrando in casa si vedeva un tavolo con un meraviglioso vaso pieno di fiori che le regalava l’Elfa Miosarì ogni volta che andava a farle visita.

 

Una poltroncina comoda e soffice le era stata regalata da Re Orso, il Capo del bosco, che era andata trovarla una mattina per raccontagli della partecipazione al concorso canoro da parte del piccolo pesciolino porta fortuna, Carlone.

 

Un meraviglioso camino che le aveva costruito il saggio del ruscello, Mister Granchio Rosso, che scaldava tutta la casetta nei mesi freddi.

 

Mentre in un'altra stanzetta c’era un vecchio telaio e tantissimi sacchi di gomitoli.

L’anziana tessitrice Dorina riceveva in regalo moltissimi gomitoli di lana.

 

Con questi gomitoli e utilizzando il suo vecchio telaio creava delle soffici e caldissime coperte per tutte le creature del villaggio.

All’interno delle coperte Dorina inseriva anche dei fiori profumati. Quando finiva la coperta la metteva dentro un cesto fuori dalla porta.

 

La sua vicina Priscilla che lavora al mercato degli elfi, prendeva la cesta con la coperta e la portava al mercato per venderla. La sera riportava la cesta con il cibo che aveva acquistato con la vendita della coperta.

 

Dorina amava prendersi cura del suo giardino. Aveva piantato molti fiori colorati e profumatissimi. Una mattina di maggio, Dorina stava innaffiando i suoi fiori, quando all’improvviso vide una scatolina dorata semi aperta dove si intravedeva qualcosa che si lamentava.

 

Dorina aprì la scatola e vide all’interno una piccola tarantolina magicha e si rese conto che era ferita.


“Povera piccola”, disse Dorina, “Non aver paura, ora ti porto in casa e ti medico; io mi chiamo Dorina e tu?”, la piccola tarantolina magica rispose con una voce tenue: “Mi chiamo Seraphine, e ti ringrazio per il tuo aiuto!”.

 

Così fece, Dorina portò a casa la piccola tarantolina magica, le preparò un piccolo lettino, e dopo averla medicata e fatta mangiare la mise nel lettino per farla riposare.

Appena sarebbe guarita avrebbe potuto tornare a casa sua nella "Terra delle tarantole guerriere".

 

Passarono alcuni giorni, Seraphine cominciava a stare meglio e chiese a Dorina come riusciva a fare queste bellissime coperte e se poteva insegnarle ad usarlo.

 

Dorina era felice della richiesta di Seraphine e iniziò a spiegarli tutti i suoi segreti per fare queste magnifiche coperte.

 

Ormai Seraphine era guarita ed era ora di ritornare a casa sua.


Seraphine sarebbe partita all’alba del giorno dopo così Dorina cucinò tutta la notte per prepararle delle focaccine, dolci da mangiare durante il viaggio e un paniere di Tarantomisù, che era un piatto tipico che nella “Terra delle Tarantole Guerriere” preparavano come segno di affetto e amicizia.

 

Dorina e Seraphine fecero colazione insieme e poi si salutarono.

Seraphine decise di non tornare a casa sua subito ma stare a controllare Dorina per qualche giorno perché la vedeva molto stanca.

 

Seraphine andò sulla finestra pensando che Dorina ti sarebbe messa a lavorare al suo telaio. Ma non fu così, infatti Dorina dopo aver chiuso la porta si era messa a letto priva di forze.

 

Erano passati 2 giorni e Dorina non aveva iniziato a lavorare al telaio per preparare una coperta da vendere al mercato e in casa non c’era più nulla da mangiare.

 

 Seraphine entrò in casa, mentre Dorina stava dormendo, prese i gomitoli di lana e iniziò a tessere una soffice coperta.

Lavorò tutta la notte e la mattina dopo la coperta era pronta; mise la coperta nella cesta e la portò fuori dalla porta, così come era solita fare Dorina.

 

La sua vicina Priscilla vide la cesta, la prese e come di consueto la portò al mercato.

Di sera riportò la cesta con il cibo che aveva acquistato con la vendita della coperta; questa volta c’era più cibo perché la coperta aveva qualcosa che la rendeva speciale e al mercato aveva ricevuto un compenso maggiore del solito; Priscilla non sapeva che questa volta era stata la tarantolina magica a farla e che oltre alla lana aveva aggiunto anche setosi fili di ragnatela che donavano alla coperta una lucentezza ed una resistenza ineguagliabile.

 

 Seraphine si rese conto che Dorina non avrebbe più potuto vivere da sola perché non aveva più abbastanza forza per lavorare con telaio, allora prese una decisione, vivere in quella casa occuparsi dell’anziana tessitrice Dorina, così da ricompensarla per tutto l’affetto che ha dimostrato nel prendersi cura di lei quando era ferita.

 

Dopo una settimana Dorina si rimise in salute, ringraziò con tutto il Cuore la piccola tarantolina magica, che considerava come un’amica speciale, ed era un po' triste perché sapeva che ormai era giunta l’ora di separarsi.

La tristezza di Dorina si trasformò in gioia quando Seraphine le disse che ricambiava il suo affetto e che voleva restare sempre con lei, inoltre Seraphine si era anche appassionata nel fare le coperte che ormai erano diventate famose in tutto il regno, tanto che al mercato c’era sempre una gran fila per comprarle, questo fece sì che l’anziana tessitrice Dorina oltre che aver trovato un’amica speciale, ebbe anche la possibilità di occuparsi anche di altre attività, della sua salute e di prendersi cura del suo giardino fiorito, dove tutte le creature del bosco sapevano che se mai avessero avuto bisogno di aiuto, potevano contare su Dorina.



giovedì 7 settembre 2023

Carlone il pesciolino tenore

 



In fondo alla vallata del Regno antico, c’era un bosco incantato ricco di vegetazione, con prati colorati e pieni di fiori rari e profumati.


Intorno al bosco c’era uno splendido torrente, con acqua limpida trasparente, tale da riuscire a vedere il fondo del ruscello, che ha una particolarità, in quanto abitato solo da pesci gatto secolari.


In questo ruscello nacque un pesce gatto albino, con tre puntini blu sul corpo, senza baffi e con un ciuffetto sulla testa.


I genitori, preoccupati, fecero chiamare subito il saggio del ruscello, Mister Granchio Rosso, che quando lo vide disse agli abitanti del bosco che la nascita, nel ruscello, di questo pesciolino era un presagio di positività ed un simbolo di buona fortuna per il bosco intero.


I genitori chiamarono, il piccolo pesciolino porta fortuna, Carlone.


Il piccolo Carlone si annoiava perché nel torrente era l’unico piccolo in mezzo a tanti pesciolini più grandi e, non sapendo cosa fare, andava avanti e indietro per il ruscello, guardando cosa accadeva sulla riva.


Una mattina vide sulla riva del ruscello alcuni fogli dimenticati sicuramente da qualcuno; si avvicinò ai fogli e pian piano li mise in una busta e se li portò a casa, felice e contento di quello che aveva trovato.


Pensò poi di andare dal saggio Mister Granchio Rosso, chiedendo se sapeva di cosa si trattasse, ed il vecchio saggio disse che erano spartiti musicali di un musicista che probabilmente stava facendo delle prove e che li aveva dimenticati in riva al ruscello.


Il pesciolino Carlone chiese al saggio come poteva leggerli, in quanto non ne capiva nulla di quanto era scritto; il saggio gli rispose di non preoccuparsi e che si trattava di uno spartito di note musicali.


Mister Granchio Rosso sapeva leggere gli spartiti musicali in quanto era appassionato di musica e per tanti anni aveva anche insegnato ad altre creature del bosco a cantare, ma mai ad un abitante del ruscello e si offrì di insegnare al piccolo Carlone a leggere quello spartito ed a cantare l’opera lirica in essa contenuta.


Ogni mattina Carlone andava dal vecchio saggio per imparare a riconoscere le note musicali ed a cantare la lirica. Il pesciolino Carlone cantava per ore e ore soprattutto l’opera lirica che amava tantissimo, “il Barbiere di Siviglia”.


Gli abitanti del bosco iniziarono ad infastidirsi della cosa, perché Carlone cantava ininterrottamente giorno e notte, senza mai fermarsi; non c’è la facevano più a sentirlo, in quanto non dormivano più e continuavano a cantare a squarciagola “il Barbiere di Siviglia”.


Non sapendo più cosa fare, gli abitanti del bosco andarono da Re Orso, il Capo del bosco, per chiedere di fare qualcosa affinché il pesciolino smettesse di cantare, almeno di notte.


Re Orso, in cuor suo, amava la musica lirica ed era contento di sentire Carlone cantante perché gli metteva allegria, tuttavia doveva anche accontentare le creature del bosco perché facevano affidamento su di lui, allora disse: “Presto prenderò una decisione e vi farò sapere!”.


Il giorno dopo, Re Orso, preparò il carretto per andare in città per fare gli approvvigionamenti per le creature del Bosco. Arrivato in città vide tantissima gente chi sei affollava davanti al teatro.


Scese dal carretto e vide un grande manifesto affisso sul portone del teatro, la quella stessa sera ci sarebbe stato un concorso canoro di musica lirica per i dilettanti.


Re Orso decise di iscrivere Carlone poiché se avessi vinto il primo premio avrebbe ottenuto un contratto di lavoro favoloso e si sarebbe   potuto esibire nei migliori teatri del reame.


Tornando al bosco diede la notizia a Carlone che mise il suo papillon più elegante si fece portare in città per partecipare all’audizione e poter cantare la sua opera preferita” il barbiere di Siviglia”.


Fu ultimo ad esibirsi ma ebbe un tale successo che gli fu assegnato subito il primo premio, fu scritturato da una società famosa ed ora canta felice nei più grandi teatri reali e finalmente il bosco ritrovò la serenità.

 








mercoledì 6 settembre 2023

UNO GNOMO CHIAMATO VENTO - Chapter 1

 


UNO GNOMO CHIAMATO VENTO


Chapter 1




Premessa: questo racconto che vi narrerò per quelli che stanno per cimentarsi nel leggerlo, si troveranno nel più fantastico, emozionante e travolgente viaggio immaginario nell’universo, pianeta incantato, costituito da un popolo di Gnomi sfarzosi, allegroni e anche un pò buffi che provengono da moltissimi anni luce, dall’evoluzione dell’anno 3000.


Questo popolo possiede una grande intelligenza e sono bravissimi costruttori per natura, sono sempre in movimento per creare nuovi orizzonti, come tutti i popoli sono guidati dal potente, coraggioso e valoroso Gnomo di nome Vento, che ha una lunghissima barba bianca.


Abitano in Baloon Way e il loro sovrano Vento ebbe l’idea di far costruire bellissime casette a forma di funghi, grandi e con coloratissime sfumature, piene di finestrelle rotonde con dietro una saliscendi comodo e spazioso con tutto il comfort che ogni Gnomo poteva avere e di certo erano fieri per questo, ma erano circondati anche da una folta vegetazione composta da piante e alberi secolari con tantissimi fiori profumati in questo rigoglioso mondo incantato.

 



In questa vastissima vegetazione abitano tanti animali ed esemplari rari come il Grifone, il Minotauro, le Arpie, Unicorni e Orchi ed infine le misteriose, spaventose creature come le spietate, crudeli e acerrime nemiche degli Gnomi le Streghe del Monte Azzorre.

 

Queste streghe sono di natura cattive, feroci, malvagie come l’inferno di fuoco, capace solo di brutte azioni, mostruose creature da porri enormi sui loro nasi lunghissimi, occhi cupi e orecchie a punta e dalla pelle decrepita di colore verde come la loro invidia ed infine hanno capelli con spine taglienti che emanano un odore nauseante, solo a vederle mettono i brividi.

 

…. il continuo del racconto seguirà al prossimo post